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UNA STORIA MILLENARIA

GAVI  

Questo territorio, unico nel suo genere, che si estende a ridosso della Liguria e del Piemonte, lega la sua storia millenaria alla Repubblica di Genova e ancora prima a quella dell’antichissima romana Libarna.

È una terra di mezzo, situata all’incrocio delle antiche vie di comunicazione come le “vie del sale”, che attraverso gli Appennini permettevano il commercio di questa preziosa materia da Genova con la Pianura Padana fino all'Helvetia, l'attuale Svizzera e la bassa Germania.

Bisogna ricordare che fino alla prima metà dell''800 non esistevano le vie di comunicazione da Genova attraverso il valico dei Giovi e la Valle Scrivia, oggi percorsa dall'A7 e dalla ferrovia, né era agibile il Passo del Turchino, oggi percorso dall'A26.

L'unica via di comunicazione agibile anche da veicoli commerciali era quella tracciata dal console Postumio nel 148 a.C. che, giunta a “pons ad decimum milium (ab Ianuensi Urbe)”, Pontedecimo, s'inerpicava fino al Passo della Bocchetta, per giungere a Libarna, proseguire per Derthona, Placentia, Verona fino a Aquileia, collegando il mar Ligure col mar Adriatico.

Il tratto oggi in uso, che percorre la Val Lemme, fu invece costruito nel XVI secolo dalla Repubblica genovese in alternativa alla via del sale.

Sicuramente già nel I sec. d. c. l'antica Libarna, nel suo massimo splendore, influiva in modo determinante su tutti i villaggi limitrofi condizionando la politica e l’economia degli stessi.

Questa terra di frontiera all’interno della più vasta zona dell’Oltregiogo, in parte collinare, in parte montana, a volte pianeggiante è stata attraversata dalla Storia con la S maiuscola e ancora oggi una miriade di testimonianze presenti nei comuni che la compongono sono nettamente visibili al turista anche meno attento.

Dall'Alto Medioevo al sec. XVIII numerose sono le testimonianze lasciate dai vari signori delle casate più illustri, tra queste certamente le grandi famiglie genovesi come i Doria, gli Spinola, i Grimaldi, i Malaspina e poi i Torlonia ecc. Ancora oggi possiamo ammirare parte di questi insediamenti feudali e rinascimentali attraverso un percorso turistico unico tra castelli ancora intatti o rovine testimoni di un glorioso passato.

Partendo da quello forse più conosciuto, il Forte di Gavi , sono testimoni di un glorioso passato i Castelli degli Spinola di Francavilla Bisio, Tassarolo e San Cristoforo  da ammirare poi quelli di Mornese, Montaldeo, Casaleggio Boiro, Lerma e Tagliolo.

Testimoni di epiche battaglie sono le rovine del castello di Carrosio  distrutto dalla Repubblica di Genova nel 1197 o la Torre del Castello di Novi Ligure del 1447 con una parte delle mura cittadine e i suoi sotterranei.

Tutta la zona fu anche territorio di villeggiatura delle famiglie di nobili e ricchi borghesi genovesi che nel corso dei secoli si costruirono numerose splendide dimore nel centro cittadino di Gavi e di Novi e nelle colline circostanti, come villa La Marchesa del ‘700 nel novese, villa Lomellina Raggio del 1620 , la Centuriona e la Giustiniana.

Dagli inizi del XIX secolo tutto il territorio passò definitivamente sotto il dominio dei Savoia. La massima testimonianza del periodo più antico del territorio rimane comunque Libarna le cui origini risalgono a oltre 2000 anni fa.

Ancora oggi nella piccola più importante parte del tessuto urbano di questa antica città, ora zona archeologica, possiamo ammirare l’anfiteatro, il teatro, le insulae, il decumano e la struttura viaria e abitativa.

Anche la vitivinicoltura ha origini antichissime e le prime testimonianze risalgono a prima dell’anno 1000.

Terre con vitigni autoctoni a bacca bianca e nera come il Cortese e il Dolcetto producono eccellenti vini docg come il Gavi e il Dolcetto.

Insomma, qualunque cosa il visitatore possa contemplare, toccare o assaggiare troverà sempre tracce antiche e sapienti di un territorio immutato nel tempo e vissuto da gente orgogliosa e ospitale.

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